La Fondazione
La Società Nazionale di Mutuo Soccorso “Cesare Pozzo” ha deciso di dare vita a questo nuovo istituto nel 2008.
Lo ha fatto per diversi motivi.
Innanzitutto per dare testimonianza attiva di una presenza sociale consolidata attraverso una grande storia e una attuale, vitale e insostituibile operatività solidaristica.
Per valorizzare la storia, le idee, le radici etiche di tutte le espressioni del mutualismo oggi presenti e operanti nel panorama dell’economia sociale, promuovendo ricerche, studi e convegni sugli aspetti del passato e del presente.
Con la Fondazione, la Mutua vuole darsi uno strumento più dinamico per rivendicare normative più moderne, e quindi nuovi e più ampi terreni d’intervento. Per richiedere una chiara e piena legittimazione del modello del mutuo soccorso nella società, nell’economia civile, per il benessere e la coesione sociale.
Una Fondazione per la Mutualità serve per dire meglio e ad una più larga platea della società civile che i soggetti attivi del mutuo soccorso sono uno strumento essenziale, imprescindibile, per portare lavoratori, famiglie, pezzi di società verso più avanzati livelli di benessere economico, di partecipazione e in definitiva di godimento effettivo dei cosiddetti diritti di cittadinanza.
Già con lo strumento del Bilancio Sociale il Consiglio di Amministrazione della Mutua Cesare Pozzo dà ampiamente risalto ai tratti più significativi della portata etico-sociale di una gestione che di per sé rappresenta uno specifico modello di responsabilizzazione sociale.
Un organismo come la Fondazione è abilitato ad aprire un canale di comunicazione più strutturato, permanente verso chi opera sui bisogni di chi non è incluso, soprattutto in un momento di grave emergenza sociale ed economica. La Fondazione è un soggetto che può svolgere attività di utilità sociale, di solidarietà senza contropartite. Mentre la Mutua, per legge, non può fare nulla (o quasi) verso chi non è socio.
Ma la Fondazione può essere un ponte anche verso il mondo for profit, verso le imprese commerciali. Ricordiamo che le aziende lucrative più serie hanno un marchio di reputazione anche sotto l’aspetto della responsabilità sociale, cui tengono molto (CSR).
Con esse si può parlare anche di solidarismo e di etica, ma su un piano operativo e culturale, diverso. Si possono aprire positivi confronti sulle pratiche gestionali (i criteri di efficacia – efficienza valgono per tutti) e su elementi di organizzazione, traguardati dal punto di vista di una impresa del sociale.
Molto può dunque fare una Fondazione (molto leggera e dinamica oltre che come gestione, anche come meccanismi di governance) per creare il terreno propizio per questo ciclo virtuoso di nuove relazioni, di attenzione e confronto.
Convegni, piani formativi, studi e ricerche sui bisogni sociali e monitoraggio della qualità dei servizi possono essere banchi di prova su cui una Fondazione “per la Mutualità” può mettere a confronto modelli e comportamenti dei vari attori nel mercato dei servizi sociali (enti non profit, enti pubblici e loro “concessionari”, cooperazione sociale, e quindi anche imprese lucrative), con risultati positivi.
Attività ed eventi culturali incentrati su un formidabile strumento culturale come la Biblioteca Cesare Pozzo possono inoltre assicurare l’attenzione del mondo accademico e della istituzioni culturali pubbliche su storia, modelli e organismi del mutuo soccorso.